La relazione, effettuata presso il Centro Sportivo Giovanni Borghi di Capolago (VA), ha visto una numerosa presenza del ricco movimento tecnico proveniente del territorio, che si è inoltre espressa in un’attiva partecipazione al dibattito suscitato dagli argomenti trattati.
Tema centrale della serata è stata la comunicazione tra la figura dell’allenatore e i giocatori della sua squadra. Sono state così approfondite alcune caratteristiche e nodi della comunicazione interpersonale, con un focus sulla cosiddetta comunicazione analogica o non-verbale, particolarmente importante nel mondo dello sport in generale. Infatti lo sport è un contesto all’interno del quale le figure coinvolte (tecnici, dirigenti, giocatori, genitori) spesso interagiscono attraverso linguaggi associati alla gestualità, alla mimica facciale e al tono della voce, nonché alla prossimità fisica (rispettivamente cinetica, metalinguaggio e prossemica).
Argomento di particolare interesse è stato l’intenso carico emotivo che attraversa spesso e volentieri le comunicazioni tra i vari attori della situazione sportiva. Tale carico condiziona in modo significativo la percezione e le interpretazioni dei fatti e dei contenuti su cui si comunica. Basti pensare al modo in cui i genitori tendono a percepire il gioco del proprio figlio in partita, percezione inevitabilmente carica di valenze emotive qualora quest’ultimo giochi pochi minuti (o al contrario abbia un ruolo positivo segnando un gol), o subisca un infortunio piuttosto che venga ripreso dall’arbitro per un comportamento poco sportivo.
Alcune domande emerse sono state riferite alle modalità più efficaci di gestione dei bambini frequentanti l’attività di base tra i 6 e i 12 anni (con i dovuti distingui tra categorie come “pulcini” ed “esordienti”).
Un altro fronte tipicamente di complessa gestione è riferito all’età adolescenziale, con le relative difficoltà legate alla ricerca dell’autonomia da parte dei ragazzi tramite modalità provocatorie, impulsive e/o trasgressive.
Durante la serata si è infine discusso sulle modalità per affrontare eventuali conflitti sia con i giocatori sia con altri adulti della situazione, ovvero i dirigenti e i genitori dei ragazzi. Il primo passo è quello di individuare il livello su cui si colloca il disaccordo (distinguendo tra contenuto e relazione) e quindi di scegliere la strategia più appropriata per sciogliere i nodi problematici che in questo caso bloccano la relazione.